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L’AVVERSARIO DI TURNO. La Cavese Sfida numero 44. Il diesse Casapulla: equot;Da Agrigento inutili polemiche contro noi e De Rosa. Domenica sarà partita vera ma senza tifosi torresi derby a metàequot;

L'AVVERSARIO DI TURNO. La Cavese

04-10-2013 – E’ il derby più sentito di stagione, quello contro una delle avversarie ‘storiche’. Domenica al Giraud, Savoia-Cavese sarà di scena per la quarantacinquesima volta, un record. Nel nostro consueto appuntamento del venerdì, vi presentiamo gli aquilotti di Chietti, vera rivelazione, insieme all’Orlandina, di questo inizio stagione.         

LA STORIA – Nata nel 1919, la Cavese dopo pochi anni già si ritrova a disputare le semifinali di Lega Sud seconda solo all’Alba Roma. E’ la stagione 1924-‘25. Dopo un periodo di inattività, per mancanza di fondi, si riprende nel 1937-‘38  partecipando al torneo di II Divisione. Tre stagioni e la promozione in serie C è cosa fatta anche grazie all’ingaggio di Levratto, campionissimo del Genoa. Tre buoni campionati prima dell’interruzione dovuta a motivi bellici. Alla ripresa, per problemi economici, salta l’iscrizione alla serie C.Seguiranno diversi campionati regionali e di IV serie sino alla retrocessione in Promozione del 1954-‘55 da cui la Cavese non uscirà se non tredici anni dopo quando, pur chiudendo la regular season al secondo posto dietro il Portici, la Lega decide per il ripescaggio in Serie D per meriti sportivi. Otto stagioni in quarta serie con una retrocessione, nel torneo 1971-‘72, evitata solo grazie alla fusione con la Pro Salerno in seguito alla quale assumerà la denominazione di Pro Cavese. Nella stagione 1976-‘77, con mister Lojacono, arriva la promozione in C, categoria che viene mantenuta sino al campionato 1980-‘81, uno dei più fausti della storia metelliana. Con Rino Santin in panchina ed il bomber De Tommasi in attacco, 17 reti e titolo di capocannoniere per lui,  gli aquilotti raggiungono la serie B.Dopo un primo anno di cadetteria assai tribolato e salvezza ottenuta in virtù della classifica avulsa, i salernitani sfiorano addirittura la promozione in A nell’anno successivo chiudendo sesti ma con la grande soddisfazione di aver battuto nientemeno che il Milan a San Siro per 2-1. Sfortunata la stagione successiva: si torna in C per la decisiva sconfitta contro la già retrocessa Pistoiese. Seguiranno sette anni  bui nel corso dei quali si assiste, prima alla retrocessione in C2 per illecito sportivo (1985-‘86) e poi addirittura l’esclusione dalla categoria per inadempienze finanziarie (1990-‘91). Si riparte dall’Eccellenza con il nome di Intrepida Cavese mutato in S.S. Cavese nel 1993-’94,  anno della promozione in IV serie.Nel 1996-‘97 sotto la guida di Ezio Capuano, si torna in C2.  Tre annate tranquille prima di un biennio dove alla conservazione della categoria grazie ad un ripescaggio (post season persa con il Sant’Anastasia nel 2000-‘01), segue la retrocessione per illecito sportivo.Dopo la salvezza nel 2003-‘04, la stagione successiva vede gli uomini del presidente Cutillo perdere la finale play-off per la C1 contro il Gela.Ma i tempi sono maturi per il salto di categoria che si concretizza nel 2005-‘06 con il primo posto assoluto. Cinque tornei di C1 conditi da uno sfortunata semifinale play-off con il Foggia persa al 95’ e nel 2010-‘11 si torna non solo in C2 sul campo ma  addirittura all’esclusione dai campionati per dissesto finanziario.Si riparte nel 2011-‘12 con il nome Città de la Cava dall’Eccellenza. Il terzo posto finale permetterà la disputa dei play-off  regionali e nazionali dove, battendo Palmese, Montecorvino Rovella, Cerignola e Akragas  si torna in serie D. Si assumerà la denominazione di U.S.D. Cavese 1919.    

I PRECEDENTI – Sono ventidue i precedenti al Giraud con la Cavese. Dodici vittorie e due pareggi lo score dei bianchi. L’ultimo, lo scorso anno, si chiuse con un 1-1, gol di Malafronte e pari dell’ex De Rosa. Nel torneo 2002-‘03 si determinarono due sconfitte casalinghe con identico punteggio, 1-2: in Coppa Italia, rete oplontina di D’Antò; in campionato il gol fu di Oriente. L’ultima vittoria risale addirittura a ventidue anni fa quando, da neo promossi in C2, Dell’Annunziata, Zottoli e Bertuccelli regolarono i metelliani con un rotondo tre a zero che contribuì alla salvezza sotto la guida di Schettino prima e Zurlini poi. Da ricordare anche una partita durata appena…un’ora. Correva il torneo 1975-‘76 e la Cavese capolista sta perdendo per una rete lampo di Valeri al terzo minuto di gioco. Scorre il ventottesimo e l’ineffabile arbitro Zumbo di Reggio Calabria assegna un gol agli ospiti pur in evidente fuorigioco. Ci rimette le penne Valeri espulso per proteste. Lo accompagnerà di li a poco Montresor. In apertura di ripresa, con i torresi in nove, gli aquilotti passano in vantaggio con Scardovi. Il pubblico rumoreggia per la direzione arbitrale incerta se non parziale ed al sessantunesimo il guardalinee lato tribuna crolla a terra colpito da un pietra. Sarà il là per una mini invasione di campo che basterà alla terna arbitrale per decretare la fine anticipata del match. Devastanti le conseguenze: otto giornate di squalifica al Comunale di cui sei da disputarsi nel successivo campionato. Per tornare alle belle notizie, degno di nota il 2-1 di Flaborea e Busiello per un Savoia che approderà in C nel 1969-‘70; il 5-0 del 1927 con il Savoia che accede alle finali di Lega Sud battuto poi dalla Ternana; il 7-2 del 1922-‘23 con i bianchi battuti dalla Lazio nella finale di Lega Sud; un clamoroso 10-2 in amichevole nel 1926.              

LA STAGIONE – Affidata alle cure di Agovino, la Cavese comincia bene la stagione ottenendo il passaggio di turno in Coppa Italia: 2-1 alla Gelbison. Successivamente, per motivi mai del tutto chiariti e tra lo stupore generale, la società esonera il tecnico per ufficializzare prima Urban (contestato dalla piazza solo per aver dato la propria disponibilità) e poi Chietti. Con il nuovo tecnico va male, al secondo turno di Coppa, eliminato dal Marcianise per 3-0 ma si brilla in campionato dove in cinque partite si raccolgono ben quattro vittorie che, per una squadra partita senza particolari obiettivi se non quello di ben figurare, rappresentano un ottimo bottino. Unica sbavatura, il ko di Torrecuso. Confermata gran parte della rosa dello scorso anno, dove spicca l’indimenticato ex Claudio De Rosa. Tra i volti nuovi, si segnalano l’attaccante congolese Kabangu, con esperienze a Empoli e Firenze, l’esterno Magadino, già del Rimini, i mediani Palumbo, ex Aversa, ed il giovane Sergio, figlio di Raffaele, ex diefensore di Napoli e Lazio e nativo di Cava de’ Tirreni.     

SENZA TIFOSI – Abbiamo ascoltato il tecnico metelliano Francesco Chietti. La sua prima riflessione è rivolta al divieto per i tifosi aquilotti di recarsi al Giraud.

“E’ una vera e propria ingiustizia. I nostri tifosi si stanno comportando in maniera esemplare. Non vedo perché vietare loro di assistere al derby. Sarebbe stata una grande giornata di sport. In questo modo, a mio parere, le tensioni si acuiscono, perché continuare a reprimere non fa bene a nessuno. La presenza dei tifosi ci avrebbe aiutato. Purtroppo non possiamo farci nulla”.    

RISPETTO – Chietti evidenzia la forza del Savoia.    

“Meritano rispetto. Sono partiti come favoriti sulla carta ma stanno dimostrando anche sul campo di essere i più bravi. Mi complimento con loro. Noi, di certo, non partiamo già sconfitti, venderemo cara la pelle anche perché abbiamo dimostrato di essere una squadra di tutto rispetto. Nessuno ci ha regalato niente, anzi ci manca un rigore e mezzo a Torrecuso dove siamo stati sconfitti immeritatamente”.   

Probabilmente al Giraud sarà di scena il derby con le due più belle realtà di questo inizio stagione.   

“Vi ringrazio per il complimento. In effetti stiamo giocando bene. Nessuno scommetteva su di noi ad agosto, invece siamo qui a giocarci la nostra partita a Torre Annunziata. Io sono fiero dei ragazzi. L’esonero di Agovino non è stato indolore perchè, al di là di quanto accaduto, ritengo che lui abbia sbagliato a dire delle cose, tra l’altro non vere. Il sottoscritto non si fa imporre niente da nessuno e se il figlio del presidente gioca è perché lo merita. Questo sia chiaro a tutti”.

I SOLISTI – Le caratteristiche del Chietti giocatore sono simili a quelle di Pippo Tiscione.    

“E’ un bel paragone. Mi fa piacere essere accostato a lui. Lo ammiro, è un calciatore dotato di classe ed imprevedibilità, una fortuna averlo in squadra. Ma il Savoia non è solo Tiscione, ha un attacco da paura. Non a caso il reparto dei bianchi e Meloni sono i primatisti in Italia in termini di gol”.

Poi un riferimento ai suoi ‘solisti’.           

“Noi ci difendiamo bene. Abbiamo un certo Claudio De Rosa che a Torre Annunziata conoscete benissimo. Lui è il nostro punto di riferimento. Per il resto ci sono tanti giovani interessanti che stanno facendo molto bene”.      

(Matteo Potenzieri)





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